Nonostante i danni causati dalla pandemia Covid-19 si facciano ancora sentire, tra le maggiori aziende del settore della moda low cost si osserva una ripresa delle attività che batte ogni aspettativa. Esempio lampante è il colosso H&M, che oltre a una crescita delle proprie azioni del 12% (dati del 15.09.2020), ha osservato un ritorno all’utile oltre ogni prospettiva. Infatti, benché ancora distante dai 5 miliardi di corone svedesi registrati nello stesso periodo del 2019, l’utile preliminare trimestrale (giugno-agosto 2020) di 2 miliardi ha superato la cifra stimata in precedenza. Ciò è stato reso possibile, secondo Helena Helmersson (CEO HM group), grazie all’aumento delle vendite di apprezzatissime nuove collezioni e a un rigido controllo dei costi. Così come H&M, anche la spagnola Inditex ha osservato un aumento in Borsa delle proprie azioni grazie alla ripresa delle vendite alla riapertura post-lockdown dei punti vendita.

Secondo Reuters la riapertura del negozi ha segnato un netto aumento nell’attivita di acquisto dei consumatori, infatti dati riguardanti l’Europa continentale stimano una diminuzione delle vendite del 15% in luglio contro il 42% stimato in maggio.

Un dato che salta all’occhio è quello della catena Primark, che dopo la riapertura dei punti vendita è riuscita a compensare le perdite dovute al periodo di lockdown, registrando un calo del -12% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Nonostante le vendite in negozio siano calate rispetto al 2019, la controllante di Zara, Pull&Bear, Bershka e altre note marche, ha registrato un netto aumento delle vendite online (74%), elemento che si è rilevato di fondamentale imporanza durante questa inaspettata condizione di lockdown. Un ulteriore aumento delle vendite in questi ultimi tre mesi del 2020 rappresenterebbe dunque una piccola vittoria economica contro la pandemia.

Fonte: pambianconews.it